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sabato 11 agosto 2012

Cala Domestica

Oggi parlerò di Cala Domestica, una delle mie zone di mare preferite.
Questa non è altro che una piccola cala con forma tipica a fiordo, situata nella zona a sud ovest della Sardegna, e precisamente nel litorale tra Buggerru e Masua (Iglesias).



 

A Cala Domestica sono presenti due piccole spiagge (indicate in giallo nella mappa).



La spiaggia principale o spiaggia grande [A] è in realtà di modeste dimensioni, (è chiamata così per differenziarla dalla secondaria, la quale è veramente minuta), ed è  quella  cui si accede direttamente dal parcheggio [C] dopo una discreta camminata (la zona in oggetto, è di fatto un fiordo di piccole dimensioni rispetto alla norma, ne risulta così che la spiaggia sia più lunga che larga).


La spiaggia secondaria o spiaggia piccola [B] è circa 1/5 delle dimensioni della principale e vi si può accedere tramite un “traforo artificiale”, eredità del periodo dell’industria estrattivo - mineraria (In effetti, nella zona del Sulcis Iglesiente, basta uno sguardo intorno, per scorgere i segni del recente passato minerario).





La prima volta che venni in questa zona, era mattina presto. La sensazione che provai, fu dettata sia dalla durata della camminata, superiore rispetto ad altre spiagge in zona, sia dal fatto che il mare risulta visibile solo quando si è nelle sue immediate vicinanze.







Perciò, così come capitò a me, chi viene qua la prima volta, potrebbe quasi avere l'impressione di camminare in un tratto di zona desertico-sabbiosa, racchiusa tra due montagne.


Dipendenza mineraria

Guardando la mappa, si nota la presenza della torre spagnola [E], cui si accede tramite sentieri non troppo impegnativi, e che domina la zona circostante, un tempo usata sicuramente come porticciolo (probabilmente prima della costruzione del porto di Buggerru). I segni e i resti di questo utilizzo sono visibili nella zona interposta tra il “traforo“ e la seconda spiaggia.
Il promontorio su cui sorge la torre dal lato del mare aperto [H], offre una facciata impervia, per le tante rocce appuntite che rendono difficile l’avanzamento, e per le alte scogliere che in alcuni casi creano singolari panorami.



In questo luogo sono presenti formazioni rocciose di vario tipo, alcune pozze piuttosto grandi dove l'acqua marina rimane imprigionata durante le mareggiate, nonché diverse grotte sommerse.












Da questa zona, con spalle al sud [F], si può vedere un arco di roccia creato dalla natura, in secondo piano parte della spiaggia di Buggerru Portixeddu.











Dallo stesso punto, ma con spalle al nord si possono vedere le alte scogliere verso Nebida - Masua, e tra queste si può scorgere una parte del “Pan Di Zucchero”.


Sullo stesso promontorio, dirigendosi verso sud, si possono scorgere alcune opere della natura, modellate dal vento come rocce e alberi. Qui il vento la fa da padrone


Da questa posizione [G] è naturale volgere ad ovest lo sguardo verso l’orizzonte, e successivamente verso gli strapiombi che in alcuni rari casi offrono la possibilità di scendere fino a lambire l’acqua (con difficoltà medio alta).
Da alcune di queste rocce è possibile persino svolgere la pesca a canna, verso un fondale considerevole.


Di rado qualche cormorano fa da compagnia, ma solo se ci si è appostati di giorno; la maggior parte dei pescatori (dilettanti e non) si reca poco prima del tramonto e passa la notte, per poi andar via alle prime luci. Non essendo né dilettante, né professionista, quelle volte che sono venuto qui era di giorno, e dato che non ho pescato nulla, mi sono giustificato con i miei conoscenti dicendogli che la pesca era solo una scusa per approfittare dell'escursione, e fare esercizio fisico ......

E a questo proposito, è giusto specificare che se la discesa presenta delle difficoltà importanti, la risalita richiede maggiore attenzione e impegno, quindi, inutile dire che lo zainetto è d’obbligo.
Visto l’arrampicata che ci attende, è indispensabile avere entrambe le mani libere.



Una volta in cima un ultimo sguardo, permette di vedere e godere di tratti di verde della vegetazione, scagliati contro l’azzurro turchese dell’acqua, creando una piacevole sensazione alla vista.
Stessa sensazione che si ottiene guardando ad est verso le spiagge interne dove scorci caratteristici permettono un'ulteriore piacere alla vista [I]



Da questo ultimo punto si possono vedere dall’alto, ruotando la testa da sinistra a destra, la parete di roccia in prossimità della spiaggia piccola (della quale se ne scorge una parte in alto a destra della foto) , e superate le spiagge, il parcheggio [C] nonché un tratto della strada di accesso [D].

 
La radissima vegetazione nel promontorio della torre, è costituita quasi esclusivamente da piccoli arbusti; qua e là si possono anche notare i resti scheletrici di alcuni di essi.
Per il ritorno al parcheggio si può evitare di eseguire a ritroso il giro panoramico già fatto, ed optare per una via alternativa.
In questa maniera si può cogliere l'occasione per avere una vista della zona a 360°.





















In questo ultimo scorcio, si possono notare le dune di sabbia (mescolate a pietre di varie dimensioni), e i caseggiati, oramai abbandonati, di probabile appartenenza all'industria estrattiva.


 


Un'altra cosa che mi ha destato stupore la prima volta che sono venuto qua, è stato l’assistere alle nove del mattino all’escursione di due aguglie che nuotavano congiuntamente ad un metro dal bagnasciuga, mentre poco più in là, a non più di tre metri da loro, dei bambini con maschere boccaglio e pinne, facevano un baccano pauroso, tra urla gioiose e schizzi d‘acqua.
Ma loro parevano incuranti e nuotavano tranquille.

Vedere ciò fu possibile perché il mare era calmo e limpido. In realtà qui il mare in estate è quasi sempre calmo, in quanto è molto protetto rispetto ad altre zone, ma quando e particolarmente calmo e non c’è neanche una brezza di vento, diventa quasi una lastra di vetro che permette di scorgere il fondale (bè, perlomeno in certi punti per una cinquantina di centimetri di profondità), o di intravedere qualche segno della vita che nasconde senza la necessità di immergersi.

Sull’arenile, quando ancora la stagione è all’inizio, dopo le mareggiate se si è fortunati, oltre ai soliti gusci di conchiglie si possono trovare dei piccoli pezzi di corallo (così come anche in altre spiagge, ma ormai è molto difficile in quanto il posto è parecchio frequentato).



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